Hanno registrato un’affollatissima e sentita partecipazione i tre appuntamenti SofàSoGood di gennaio che Impact Hub Reggio Emilia ha voluto dedicare all’area industriale ex Reggiane. Gli spazi del coworking sono stati letteralmente presi d’assalto da centinaia di persone, di volta in volta sempre più appassionate alle Storie dal quartiere del futuro. Al centro del dibattitto e dell’approfondimento dei tre incontri vi era in effetti un tema molto caro alla città di Reggio: l’area nord e il quartiere Santa Croce, protagonisti di una narrazione in tre tempi che ha preso il via dalla fondazione della grande zona industriale, è passata attraverso la tappa obbligata dell’abbandono attuale per poi concludersi con la descrizione degli ambiziosi progetti di riqualificazione e rigenerazione.
Nell’incontro con Michele Bellelli e Andrea Montanari abbiamo ripercorso le tappe cruciali della storia delle Officine Meccaniche Reggiane, alternando alla narrazione il commento di suggestive immagini storiche tratte dall’archivio storico dell’azienda, solo recentemente reso pubblico. Con Simone Ferrarini del Collettivo FX, il fotografo Paolo Bonaretti (@bombarettistreet) e l’assessore Daniele Marchi abbiamo ammirato più da vicino la grande opera di street art realizzata da centinaia di muralisti provenienti da tutta Italia e anche dall’Europa, che hanno dato vita a una sinergia, una collaborazione e un laboratorio formativo della cui importanza ancora forse la città di Reggio non si rende pienamente conto. Ma nello stesso incontro abbiamo anche conosciuto la durissima realtà degli oltre cento senzatetto che hanno fatto di quei capannoni abbandonati la loro dimora.
Infine Luca Torri della Società di Trasformazione Urbana “Reggiane” e l’architetto Giorgio Teggi ci hanno presentato l’ambizioso programma di rigenerazione urbana previsto per l’area, permettendoci così di immaginare, un po’ più concretamente, quali funzioni e quali nuovi significati connoteranno il quartiere, luogo della memoria riconvertito a nuovi usi innovativi.
Tirando le somme di questo percorso, siamo giunti alla conclusione che ciò che accomuna il passato, il presente e il futuro dell’area ex Reggiane è la costante capacità di creare competenze e fare innovazione, nonostante alterne fortune e criticità di diversa natura non abbiano mai abbandonato la vita in quei luoghi.